Slam
È nato dal popolo, nella strada, come il rap. La poesia urbana, nata a Chicago nel 1984, è scrittura, è parola, è arte scenica, è interpretazione. Come tutte le culture dette popolari, sublima la vox populi, la fa vibrare e risuonare. Bob Holman, poeta attivista americano, fondatore del Nuyorican Poets Cafe, definì il movimento slam “la democratizzazione del verso”.
Rimatore-Traditore
Tradurre slam è innanzitutto tradurre emozioni. In questo senso, il traduttore può prendersi un certo numero di libertà. Traducendo dal francese, ci si rende subito conto che gli omofoni aiutano non poco la creazione di rime. Travail fa rima con trouvailles anche se non c’è nessun accordo semantico. Senza parlare della posizione dell’accento tonico, quasi sempre sull’ultima sillaba, metre invece in italiano c’è da gestire tronche, piane, sdrucciole e compagnia. I miei amici francofoni non-lingusti trovano questa cosa degli accenti tonici molto carina, anche se hanno l’impressione che si presentino nelle parole come a una festa a sorpresa. Apprezzo i loro sforzi, anche se sento un brivido freddo a ogni bravissímo.
Grand Corps Malade
A causa di un incidente, l’apparato motorio di Fabien Marsaud subisce danni irreversibili. Grazie alle cure e alla rieducazione, Fabien recupera l’uso delle gambe dovendosi tuttavia avvalere dell’aiuto di una stampella per reggersi in piedi. Questa è la ragione per cui, nell’ottobre 2003, sceglie il nome d’arte Grand Corps Malade. Si esibisce per la prima volta assieme al Collectif 129H in un bar di Parigi. Per tre anni, GCM approfitta di tutte le occasioni disponibili per esibirsi nei piccoli locali parigini, condividendo i suoi testi nel più puro stile slam.
In seguito, uno dei suoi amici (il compositore S Petit Nico) gli propone di inserire delle basi musicali che facciano da sfondo ai suoi testi. Nasce da questa collaborazione il primo album di GCM, Midi 20, che esce nel marzo del 2006.
GMC crede fermamente nel suo progetto e si fa promotore di laboratori per insegnare l’arte dello slam ai ragazzi del suo quartiere. In occasione dell’uscita dell’album, GCM fa anche qualche apparizione televisiva; da ogni parte si levano critiche lusinghiere, il consenso è unanime e si ripercuote sulle vendite dell’album che in breve tempo si trova in cima alle classifiche.
Ha deciso di devolvere tutti i proventi della vendita di “Effets Secondaires” alla rete ospedaliera di Parigi, il suo contributo contro il Covid-19
Effetti collaterali.
Ci fermiamo un attimo in questi tempi confinati |
apriamo gli occhi, lontano da acquisti sfrenati, |
su questa epoca demente. Fa bene talvolta |
rincominciare a pensare anche se non è per scelta |
Fra i compiti e le grida dei bambini in gabbia |
fra maschere e guanti, fra paura e rabbia |
stanno in para i politici dalla gestione maldestra |
in questi tempi confinati, di domande piena la testa |
ma adesso… |
E se questo virus avesse altre qualità |
che quella di attaccare i nostri polmoni vulnerabili |
se cercasse di ridarci la vista in verità |
sui nostri modi di vivere diventati pregiudizievoli |
Se vuoi vivere stai dentro uscire di casa è reato |
la terra recupera infine quello che non ha prezzo |
la natura rivendica i diritti che le abbiamo negato |
vendicandosi della nostra arroganza e del nostro disprezzo |
È forse un caso che questo virus immondo |
non se la prenda con i più giovani, non tocchi i bambini |
e se la prenda con gli adulti responsabili del mondo |
risparmi gli innocenti e contro le nostre derive si ostini |
Il mondo degli adulti convulso, senza domani |
cade in rovina l’ordine stabilito |
i terrestri si ricordano che sono fragili e umani |
forse l’ora di fare un po’ d’ordine è venuto |
E se questo virus avesse un altro potere |
che quello di prendersela con la nostra respirazione |
se cercasse anche di farci tornare a vedere |
i valori dimenticati dietro la nostra ambizione |
Ci scopriamo uniti e solidari improvvisamente |
tutti nella stessa barca per affrontare il virus |
un po’ meno per accogliere la miseria d’altra gente |
eravamo meno uniti per accogliere l’Aquarius |
E se questo virus avesse il dono enorme |
di ricordarci quello che ci è vitale e prezioso |
i viaggi, le serate, i soldi non sono più le norme |
dalle finestre guadiamo il cielo, che prima era noioso |
Abbiamo tempo per la famiglia e lavoriamo a rilento |
anche con l’esterno rinforziamo connessioni |
rinventiamo rituali, l’immaginazione si rimette in moto |
e ogni giorno chiamiamo i nostri anziani |
E se questo virus ci mostrasse che i veri eroi son quei tali |
che già sgobbavano lontano dai nostri pensieri |
solo ora sono in prima pagina nei giornali nazionali |
mentre il CAC 40 è in quarantena con I suoi nocchieri |
L’ospedale soffocava molto prima del corona |
tossiva la miseria e la saturazione |
i nostri politici scoprono che la situazione non è buona |
adesso, che c’è la coda per la rianimazione |
All’improvviso quelli che ci aiutano a vivere, li vediamo |
mentre lo stato uccide tutti i servizi della cosa pubblica |
quelli che puliscono le strade, trasportano e consegnano |
scopriamo gli invisibili della repubblica |
ma adesso… |
Allora, quando questo virus se ne andrà come è venuto |
dei suoi effetti collaterali cosa resterà? |
che cosa avremo vinto con tutto quello che abbiamo perduto |
il sacrificio dei nostri morti dalla letargia ci salverà? |
Patricia Soda è traduttrice dal 2001. Specializzata in traduzione per il marketing, è anche copywriter. Freelance dal 2015, cammina nel mondo della traduzione come Alice nel paese delle meraviglie, scoprendo ogni giorno cose nuove che vi racconta nelle pagine di questo blog.