Storytelling: raccontare storie che scaldano il cuore.

Lo storytelling è vecchio quanto il consorzio umano. I racconti accanto al fuoco dei nostri antenati ne sono state la prima espressione. Storie di caccia, di vita quotidiana e pure qualche facezia cavernicola. Il piacere di raccontare e ascoltare storie è inscritto nei nostri geni. Non sono gli esperti in marketing che hanno inventato l’arte di raccontare storie. L’hanno semplicemente trasposta alla vendita di prodotti per permettere ai consumatori di scegliere la loro storia preferita.

Cos’è lo storytelling?

Lo storytelling è la costruzione di storie, fittizie o reali, strutturate in una trama narrativa. Nell’ambito del marketing, il suo obiettivo è illustrare i valori dell’azienda e i vantaggi dei prodotti che vende, il tutto cercando di suscitare emozioni.

Una storia vera

In questo primo articolo dedicato allo storytelling, vi racconterò una storia. È successa davvero ed è la storia di Johnny the Bagger.

Stati Uniti, una cittadina come tante altre. Un minimarket deve fare i conti con un grosso supermercato che ha aperto poco lontano.

In preda al panico per il calo del fatturato, il direttore si rivolge a una consulente, Barbara Glanz, esperta in gestione aziendale.

La specialista comincia con il convocare tutto il personale. Vuole che tutti e tutte siano consapevoli del pericolo incombente. Solo l’azione di ognuno avrebbe potuto salvare la baracca. La salvezza risiedeva nell’intelligenza collettiva, secondo Barbara. Ogni proposta costruttiva sarebbe stata la benvenuta.

Johnny lo Storyteller

Johnny, che di lavoro fa il bagger, (hai presente? Sono quelli che mettono la spesa dei clienti nei sacchetti di carta, se ne vedono spesso nei film americani, è il lavoro che viene offerto a Ellis Boyd “Red” Redding quando esce di prigione nel film Le ali della libertà 😊 ) torna a casa e comincia a pensare a come può contribuire alla causa.

Seduto al tavolo della cucina, alza la testa e il suo sguardo viene catturato dal calendario da parete. Si tratta di uno di quei calendari giornalieri da sfogliare. Ogni giorno, una pagina e su ogni pagina la frase filosofica del giorno. Allora, Johnny ha un’idea: ricopiare ognuna di quelle perle di saggezza su altrettanti foglietti. Ne avrebbe messo uno in ognuno dei sacchetti che preparava per i suoi clienti.

Una storia val bene una lunga attesa

Pochi giorni dopo, il direttore nota una lunghissima coda alla cassa di Johnny, mentre quella accanto è completamente vuota. Attento alla soddisfazione dei suoi clienti, dice all’ultima persona in coda: “Se rimane qui ne ha per mezz’ora. Passi alla cassa accanto, non c’è nessuno”, assicura. Ma la signora risponde: “Aspetto volentieri mezz’ora per avere in cambio la massima del giorno di Johnny!”

La notizia dei “pensierini di Johnny” fece il giro della contea, attirando frotte di clienti in cerca di umanità.

Johnny The Bagger, diciannove anni e sindrome di Down ha, forse inconsapevolmente, usato il potere dello storytelling. I clienti del negozio non compravano solo prodotti: compravano le piccole massime del giorno. E anche la storia di Johnny.

Ti è piaciuta questa storia?

Anche ai tuoi potenziali clienti piacciono le storie.

È su questo postulato che si basa il potere dello storytelling. Il minimarket di Johnny è riuscito a tenere testa al colosso che minacciava di mangiarselo in un sol boccone. I clienti hanno comprato una storia, non un servizio o un prezzo. Allo stesso modo, i tuoi clienti non acquistano solo i tuoi prodotti e servizi, ma acquistano anche, e soprattutto, la tua storia.

Lo storytelling è un modello di marketing perfettamente democratico, perché accessibile a tutti. Non servono grandi mezzi e ingenti budget da dedicare alla comunicazione. Abbiamo tutte e tutti delle storie da raccontare.

I grandi brands sono forti in storytelling. Per esempio, Apple racconta una storia di tribù. Gli utilizzatori dei suoi prodotti si riconoscono fra loro. Sentono di far parte di una sorta di élite accomunata dai prodotti top di gamma dell’azienda di Cupertino. La mela di Steve Jobs e tutto ciò che rappresenta sono diventati grandi grazie allo storytelling. Ma tutti possono fare come lui: basta inventarsi una bella storia da raccontare.

Lo storytelling: quando l’emozione è palpabile.

Lo confesso, anche se non sono una consumatrice accanita, mi piace la pubblicità. Non sono il tipo di persona che fa zapping compulsivo quando dentifricio o pannolini irrompono nell’intreccio elettrizzante che si svolge sul mio piccolo schermo. D’altra parte, in termini di pubblicità, mi è rimasta un’esigenza quasi bambinesca. Trovo assolutamente soporifere quelle pubblicità in cui il medico di turno con il suo bel camice bianco elenca i benefici dei microbiotici, o delle microparticelle di carbone attivo, a seconda dei casi. Canta le lodi del prodotto ma, ahinoi, non racconta una bella storia che possa trattenere il dito già pronto sur tasto del telecomando.

Mi piacciono le belle storie come quella raccontata Procter & Gamble in occasione dei Giochi olimpici di Rio 2016, che, lo ammetto, mi fa sempre uscire una lacrimuccia.

=> Guarda lo spot qui, musica di Ludovico Einaudi, emozione assicurata 😉

Qual è lo scopo dello storytelling nel marketing?

Secondo la psicologa Jennifer Aaker, una storia ci rimane più impressa di un dato di fatto o di una statistica, e questo fino al 22%  (intervista rilasciata a Le Monde Informatique, 5 ottobre 2016).

L’obiettivo principale dello storytelling è lasciare un segno, un ricordo indelebile nella memoria del pubblico. Ma ci sono ragioni molto specifiche e tutte diverse per raccontare una storia. Far conoscere i tuoi prodotti, aumentare la notorietà della tua azienda, raccogliere consensi, aumentare adesioni o numero di abbonati. Insomma, vendere prodotti e aumentare il fatturato non è il suo unico scopo. Lo storytelling promuove e sostiene le cause comuni, aumenta la consapevolezza, crea nuove opportunità.

Alcuni esempi di storytelling ben riuscito:

The Good in Town. Questa rivista online è la voce di una società benefit fondata da Sara Serafini. Il suo scopo è quello di contribuire alla transizione verso una nuova era. Un mondo dove il business è una forza positiva che non produce solo profitto ma anche, e soprattutto, sostenibilità. Le storie che si fanno leggere tutte d’un fiato parlano di innovazione, ispirazione, inclusione. Penne vivaci e storytelling accattivante per messaggi coinvolgenti.  

=> Visita il sito di The Good in Town

GoPro. Certo, lo scopo dello storytelling dell’azienda fondata da Nick Woodman è senza ambagi quello di vedere fotocamere e accessori relativi. Ma nello spot qui sotto, ci racconta una storia che punta sull’emozione, che mette il prodotto in secondo piano per mettere a fuoco (è il caso di dirlo) le persone che lo utilizzano – in questo caso, i vigili del fuoco che salvano un gattino. Questi ultimi, diventano protagonisti di una storia che è bello raccontare.

Kumquat Prod. Questa agenzia di produzione audiovisiva è stata fondata da Delphine Berlioux, talento da vendere e sensibilità a fior di pelle. La sua mission: raccontare “storie che contano davvero”. Attraverso l’occhio della sua fotocamera e con un approccio unico, Delphine racconta di passioni e di valori condivisi. Mette in primo piano ciò di quanto più autentico il territorio francese è capace di produrre. Racconta di donne e uomini straordinari nella loro normalità. Storia che ci ispirano, ci mostrano un altro modo di vivere. Coesistere per e con la terra, senza sfruttarla, ma nutrendola, perché possa continuare a nutrirci. Sono fiera di poter annoverare Kumquat Prod fra i miei clienti 😊

=> Visita il sito di Kumquat Prod

Insomma, lo storytelling può essere messo al servizio di chi lavora per rendere il nostro pianeta un bel posto in cui vivere. Questo è solo una delle molteplici applicazioni di questo formidabile strumento di comunicazione.

A presto per il prossimo articolo sullo storytelling!

E se nel frattempo vuoi raccontare la storia del tuo brand in francese, contattami !

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