Parola di cliente #1: Virginie Marielle

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Senza clienti, noi, artigiani e artigiane della parola, saremmo come spettacolanti che recitano davanti a una platea vuota. Le persone che hanno scelto di lavorare con me non sono solamente il carburante che fa andare avanti la locomotiva.

Sono parte integrante della mia identità.

Buongiorno! In questa nuova serie di articoli, vi presenterò le imprenditrici e gli imprenditori con cui ho il privilegio di collaborare. Ringrazio di cuore coloro che hanno accettato di rispondere alle mie domande leggere e ragionevolmente impertinenti.

Nella prima di queste interviste scopriremo l’universo di Virginie Marielle.

Virginie Marielle è editrice e co-autrice di libri marketing per professionisti e professioniste che vogliono aumentare la loro autorevolezza attraverso la pubblicazione di un libro ad alto impatto. Offre a coloro che cambiano la vita delle persone l’opportunità di diffondere la propria storia, metodo e filosofia al fine di influenzare positivamente il mondo.

Virginie è anche formatrice e aiuta aspiranti autori e autrici a trasformare la loro passione per la scrittura in una redditizia attività professionale.

Il diritto di vivere della propria passione.

Come ti chiami?

Virginie Marielle.

Qual è il tuo colore preferito?

Color marron glacé – ma non il marron glacé che si mangia…

E il tuo gusto di gelato preferito?

Limone, senza i pezzettini di scorza

In quale animale ti identifichi?

Nel gatto, anche se mi dicono che abbia una fisionomia da rapace 😉 Mi piacciono anche le scimmie.

Qual è la tua citazione preferita?

Un tiens vaut mieux que deux tu l’auras (= meglio un uovo oggi che una gallina domani)

E una frase che ti fa uscire dai gangheri?

Au jour d’aujourd’hui

Che lavoro fai?

Non lo so 🙂

Quale fu la rivelazione ? Quel punto invisibile nello spazio-tempo dove tutto ha avuto inizio?

Sono nata in una minuscola cittadina di campagna non lontana da Bordeaux. Avevo pochissime amiche ed ero piuttosto solitaria. Intorno a me, solo vigne e qualche pecora. Ogni tanto si vedeva passare un motorino, ma le strade non erano asfaltate. All’età di 12 anni, ho scoperto New York. Decisi allora che da grande avrei fatto: l’attrice, la prima ballerina, la scrittrice, la pittrice. Avrei vissuto a 100 all’ora, ci sarebbero state sirene ovunque, dappertutto set cinematografici per strada, avrei frequentato persone provenienti da ogni dove e avrei ottenuto tutto quello che volevo.

Ho iniziato a mettere in pratica tutto questo non appena ne ho avuto legalmente la possibilità, a 18 anni. E non ho mai smesso. Ho lavorato in campo artistico e cinematografico, a Parigi, a San Francisco, a New York… Oggi vivo a Barcellona, non so dove vivrò domani. Ma ora siamo in quattro, non sono più una navigatrice solitaria. Oltre a occuparmi della creazione di diversi libri all’anno, di un progetto di romanzo grafico e di una formazione alla scrittura professionale, faccio anche la mamma. Ho due adolescenti che vogliono diventare goth o DJ, ancora non si sa bene, nel frattempo mi adopero affinché mangino verdura biologica e vivano in una casa pulita e ordinata.

Ma posso assicurarti che trovo spesso dei set cinematografici sotto casa, che vivo in un posto dove tutti parlano tre o quattro lingue, che si sentono sirene tutto il giorno, specie quelle dei pompieri. Dopo un sacco di esperienze diverse ma sempre gratificanti, mi sono infine concessa il diritto di vivere del mio amore per la scrittura. Mi ci sono voluti quarant’anni per ricollegarmi a questa passione. Oggi ne ho fatto una professione, grazie anche alle autrici e autori formidabili con cui collaboro che eccellono laddove io mi perdo.

Perché hai scelto questo mestiere?

Amo scrivere da quando una vocina mi ha sussurrato che scrivere sarebbe stata la risposta a tutte le mie domande. Avevo appena compiuto sei anni. Nonostante qualche timido tentativo, per molto tempo non sono riuscita a trovare il modo di vivere della mia scrittura. Poi, due anni fa, ho capito: era tutta una questione di modello di business. Ho implementato processi e metodologie e le ho aggiunte alla passione per la scrittura. Ho scelto questa professione perché mi permette di incontrare persone incredibili, uniche e stimolanti. Mi aiutano a progredire tanto nella mia vita professionale quanto in quella privata. L’ho scelto perché posso scrivere, collaborare con persone entusiasmanti, gestire progetti ad alto valore umano. Inoltre, il fatto di essere freelance mi permette di vivere dove voglio. Ho molta libertà e questo è fondamentale per me.

Pensi che essere una donna sia un vantaggio nel tuo lavoro? E perché?

Penso che la mia sensibilità e il mio modo di vedere il mondo siano un vantaggio. Fra i miei clienti ci sono soprattutto uomini. Diciamo quindi che il linea di massima non vediamo la vita allo stesso modo. Per questo i nostri scambi di opinione sono interessanti e complementari. Ma non so se tale sensibilità è appannaggio esclusivamente femminile. Non credo. Quello che è certo, è che con le mie clienti donne ci capiamo al volo.

E comunque, ho sempre considerato il fatto di essere donna come un privilegio. Mia madre mi ha sempre detto di esserne fiera e l’ho fatto. Ma non saprei dirti se è un vantaggio rispetto al mio lavoro. Non mi sono mai posta la questione in questi termini.

È importante che i valori dei tuoi clienti siano in linea con i tuoi o non ti importa più di tanto?

Oh sì è fondamentale! Il non allineamento dei valori è la ragione per cui ho abbandonato le mie attività precedenti. Mi faceva stare male fisicamente. È duro lavorare in tali condizioni. E se cercavo di insistere e accettare la situazione malgrado me, mi sembrava di tradire me stessa, di patteggiare con il diavolo. Talvolta, scegliere di partire è stato nefasto per le mie finanze. Ma preferisco la mia libertà.

Qual è la traccia che vuoi lasciare?

Due ragazzi che diventeranno adulti e costuiranno un mondo migliore. O, quanto meno, che avranno a loro disposizione risorse e amore per vedere il lato bello della vita. E se potessi anche lasciare un libro (con il mio nome in copertina!) non mi dispiacerebbe!

Se potessi tornare indietro nel tempo e parlare con te stessa bambina, quali raccomandazioni le (ti) faresti?

Mi prenderei per mano e mi porterei lontano dal caos.

Qual è il tuo sogno più folle?

Vincere un premio letterario, essere invitata su France Inter e ricevere l’elogio dei critici letterari. Vedere uno dei miei libri adattato per il cinema e andare in TV come invitata speciale. E poi scrivere ancora tanti libri da non sapere dove metterli.

Qual è la domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma che vorresti ti facessero?

Come stai?

Ma come hai fatto?

Ma come fai?

Perché hai fatto tutto questo?

Grazie mille, Virginie !

Grazie a te, è stato un piacere!

E se chi ci legge volesse contattarti?

Ti lascio qui sotto i link verso le mie due pagine Web. Parlo poco l’italiano, ma se le tue lettrici e lettori hanno voglia di saperne di più, possono sempre mettersi in contatto con te 🙂

Per mettervi in contatto con Virginie Marielle:

Vivere della vostra passione per la scrittura :

mon.livre-newbiz.com

Aquisire autorevolezza scrivendo il proprio libro: virginiemarielle.com


Patricia Soda è traduttrice dal 2001. Specializzata in traduzione per il marketing, è anche copywriter. Freelance dal 2015, cammina nel mondo della traduzione come Alice nel paese delle meraviglie, scoprendo ogni giorno cose nuove che vi racconta nelle pagine di questo blog.